Introduzione
Di Francesco Gatto
La “Galleria San Barnaba Due” di Francesco Gatto e Roberto Mei ha individuato nella mostra antologica di Lorenzo Cecchi un evento strategico rispetto al ciclo delle iniziative espositive dedicate alla pittura dell’Ottocento e del Novecento Toscano, in particolare la compagine artistica livornese più nota come Gruppo Labronico.
In quanto maestro di artisti quali Renato Natali, Benvenuto Benvenuti, Gino Romiti, Cafiero Filippelli, Lorenzo Cecchi viene infatti a costituire una personalità emblematica, soprattutto in rapporto ad un apprendistato artistico che, per quanto regolato da una componente scolastica ineludibile, pure trovava nello studio dal vero un momento di verifica fondamentale.
Opere quali Livorno. Loggia di casa colonica (1895), Livorno. Fortezza Vecchia vista da Piazza Sanità (1906), Livorno. Draga nelle acque dell’ex Scalo Zoni documentano tra l’altro una scelta stilistica parallela a quella consolidatasi nell’ambito della Scuola di Micheli, dove i valori tonali e luminosi sono senz’altro privilegiati rispetto all’intento costruttivo.
Forse solo nell’esito divisionista di Cecchi, evidente negli acquarelli realizzati a partire dagli anni Dieci, si potrebbero rinvenire possibili paralleli con l’esperienza di alcuni allievi confluiti poi sotto l’insegnamento di Micheli, quali appunto Gino Romiti, ma certamente Cecchi non giunse mai a condividerne la temperie simbolista, anzi preferì sondare il vero con un sentimento luminoso vibrante e originale.
Isolato dunque ci appare Cecchi rispetto alla compagine artistica livornese coeva, anche se molteplici si presentano gli spunti per ricostruire i dintorni di una stagione figurativa variegata e densa di sperimentazioni.
La convinzione che l’indagine e l’approfondimento di tale stagione possa condurre a scoperte e arricchimenti di carattere bibliografico, ha condotto la “Galleria San Barnaba Due” a promuovere questo appuntamento espositivo ideato da Francesca Cagianelli, che qui si ringrazia per la professionalità e l’entusiasmo con cui ormai da anni prosegue le sue ricerche sull’Ottocento e sul Novecento livornese, con l’obiettivo di riproporle in un contesto storico e culturale di respiro nazionale.