Copertina del volume dedicato a Francesco Franchetti

novembre 9, 2007

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La copertina del libro “Francesco Franchetti 1878-1931 – I percorsi dell’orientalismo in Toscana“.

Francesco Franchetti nasce a Livorno il 4 luglio 1878 da famiglia ebrea sefardita proveniente dal Marocco e congiunta da parentela con le più colte famiglie residenti a Firenze, Roma e Bologna, oltre che composta essa stessa da professionisti e scienziati di grande prestigio.

Svolge il suo apprendistato a Roma presso lo studio di Cesare Maccari, autore delle decorazioni per le aule del Senato, che lo instrada soprattutto verso l’attivit‡ disegnativa. Non si conoscono opere di Franchetti anteriori alla sua partenza per Roma, avvenuta non prima del 1896, ovvero dopo il ritorno a Roma dello stesso Maccari, impegnato a Loreto fino al 1895 con i dipinti della S.ta Casa.

I primi dipinti di Franchetti non rivelano comunque l’influenza del maestro, semmai quella di Francesco Paolo Michetti, di cui, ancora negli anni Venti, si sa che ammirava le grandi tempere: Serpi e Storpi.

L’artista sembra comunque orientarsi, almeno agli esordi, verso un culto del Rinascimento che lo induce ad eseguire diverse copie dall’antico, mentre, al suo ritorno a Firenze, da collocarsi con ogni probabilità intorno al 1900, rivela soprattutto nella produzione paesaggistica una certa attenzione verso la pittura macchiaiola, anche se filtrata da una sensibilità tutta moderna.

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I libri di Francesca Cagianelli

novembre 3, 2007

Mario Pieri Nerli 1886-1917
Alberto Zampieri (1903-1992), Pontedera 2006
Anchise Picchi
Anchise Picchi. Suggestioni di nebbie e aspirazione di luce
Antonio Antony de Witt 1876-1967
Carla Celesia di Vegliasco e il Camposanto di Pisa
Carla Celesia di Vegliasco protagonista del Simbolismo Toscano
Carlo e Luigi Servolini. L’arte, il pensiero, le tecniche
Carlo Servolini, 1857-1948: dipinti, acquarelli, incisioni
Dal concorso Ricasoli all’Esposizione Nazionale del 1861: immagini di una storia moderna
Francesco Gioli. Il sentimento del vero
Gino Romiti. Un realista sognatore tra terra e mare
Guido Peyron. Note sulla cucina e altre cose
I fantasmi di Guido Peyron. Ritratti come nature morte (1898-1960)
I Toscani a La Spezia
Il convito e l’arte. Tra l’Ottocento e il primo Novecento
Il Novecento in Toscana
Il ritratto storico nel Novecento (1902-1952). Dal volto alla maschera
Il soggiorno a Fauglia
Il Tirreno “naturale museo” degli artisti toscani tra Ottocento e Novecento
In Toscana dopo Degas. Dal sogno medioevale alla città moderna
Inediti fermenti di grafica livornese
La Belle Epoque. Arte in Italia 1880 – 1915
La Commedia Labronica delle Belle Arti
La grazia di Giulio Allori
La magia del carnevale dal verismo all’espressionismo
La Maschera e l’Artista
La presenza dei Tommasi a Livorno
L’elogio della tavola tra conversazione, cibo e mondanità
L’emozione del vero
L’officina del colore. Diffusione del fauvisme in Toscana
L’umanità di Giovanni Fattori verso il Novecento
Livorno, la costruzione di un’immagine. Le smanie della villeggiatura
Lorenzo Cecchi (1864-1940)
Luigi Gioli
Magnificenze di Livorno tra Ottocento e Novecento
Memorie pascoliane, mitologie dantesche e cultura “apuana”
Pittori in villa
Pittura, scultura e grafica dal vero alle avanguardie
Renato Natali
Renato Vigo. La stagione del surrealismo in Toscana
Schede del catalogo di Giorgio Kienerk, Adolfo Tommasi e Angiolo Tommasi
Tesi di laurea
Tra pittura e incisione. Antonio Antony de Witt critico delle arti
Un taccuino di de Witt agli Uffizi
Voltolino Fontani alla Galleria Giraldi
Voltolino Fontani. Autoritratti spirituali


III – Mario Ferretti 1915 – 1974

gennaio 10, 2007

Tra metafisica e astrazione

mario_ferretti_fronte_picc.jpgIl terzo volume della collana “Rarità del Novecento Livornese” è dedicato a Mario Ferretti, singolare e finora dimenticata tempra di artista e disegnatore livornese. Allievo di Beppe Guzzi presso la Sezione Artistica della Vetreria a Livorno nel 1937, quindi capofila del Gruppo Artistico Moderno Livornese (G.A.M.E.L.), Mario Ferretti (Livorno 1915-1974) si distinse per l’attività di disegnatore di vetrate e ideatore di manifesti, basti pensare ai bozzetti per i Littoriali della Vela e del Canotaggio, promossi dal GUF (1937).

Stimato e recensito da Mario Nigro, Curzio Malaparte, Guido Favati, Marcello Landi, Ferretti condivise a Livorno le tensioni artistiche di Voltolino Fontani, Osvaldo Peruzzi, Ferdinando Chevrier, senza comunque mai abbracciare definitivamente né l’EAISMO, né il Futurismo, né l’astrattismo. L’artista preferì elaborare formule sintetiche che, parallelamente al Novecento Italiano, potessero esprimere l’aspirazione a una moderna monumentalità, sempre tuttavia con un’inclinazione deformante e una vena metafisica che ne denunciano una congenita inquietudine.
Ferretti non disdegnò infatti di addentrarsi addirittura in percorsi di astrazione che segnano l’estremo omaggio alle possibilità sintetiche del linguaggio pittorico, anche se tali possibilità non cessano di ricondurre l’artista ad un’armonia di volumi e di cromie che, come nel caso dei numerosi Cieli degli anni Cinquanta, evocano squarci di Natura.

Si segnala a tale proposito come in occasione della pubblicazione del volume alcune delle più significative opere astratte sono state donate alla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno che ha poi contribuito alla realizzazione dell’impresa editoriale. La monografia dedicata a Mario Ferretti è introdotta da un approndito e documentato saggio di Franco Sborgi, ordinario di storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Genova, e comprende due saggi di Francesca Cagianelli.
Un ulteriore contributo scientifico del volume consiste negli apparati curati da Michele Pierleoni, che presentano una selezione di poesie dell’artista, già pubblicate in una rara edizione livornese ormai esaurita.

Il volume è pubblicato in occasione della mostra, allestita nei locali della Galleria d’Arte Athena a Livorno, da sabato 13 gennaio a domenica 4 febbraio. La mostra, curata da Francesca Cagianelli, con il coordinamento organizzativo di Michele Pierleoni, offre una selezione ragionata di quaranta opere pittoriche e alcune delle più significative opere grafiche dell’artista, tra tempere, bozzetti per manifesti e carboncini, consentendo di apprezzare l’intero arco della produzione dell’artista, dagli esordi figurativi durante l’alunnato con Beppe Guzzi, fino alla stagione astratta degli anni Cinquanta, e, ancora, agli ultimi cicli monumentali degli anni Settanta.

A cura di Francesca Cagianelli e Franco Sborgi
Introduzione di Franco Sborgi
Apparati bibliografici a cura di Michele Pierleoni

Archivi e Eventi, collana “Rarità del Novecento Livornese”
Benvenuti&Cavaciocchi, Livorno 2007

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Franchetti-Mondolfi 1906

dicembre 10, 2006

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Percorsi di una famiglia ebraica livornese del XIX secolo in un manoscritto inedito intorno alle Biografie di Francesco Pera.
Il manoscritto ritrovato da Francesca Cagianelli presso la famiglia Franchetti fotografa con uno stile narrativo colto e insieme familiare i luoghi ebraici della Livorno dell’Ottocento e restituisce le intersezioni tra pratiche di vita sociale e organizzazione fisica della città.
Ma è anche la rivelazione di intrecci generazionali tra la famiglia Franchetti e gli Uzielli, annunciata fin dalla dedica a Eleonora Uzielli Franchetti ad evocare scenari suggestivi e inediti nel panorama livornese e toscano del XIX secolo.
La straordinaria importanza di questo documento prezioso, quanto affascinante, afferisce dunque alle diverse storie della Toscana ottocentesca, dall’urbanistica, alla sociologia, alla realtà delle comunità religiose, allo spaccato del costume, e, non ultimo, al tessuto del collezionismo artistico.

A cura di Francesca Cagianelli

Benvenuti&Cavaciocchi, Livorno, 2006

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II – Lorenzo Cecchi (1864 – 1940)

ottobre 10, 2006

Pittore – scultore – architetto – scrittore – insegnante

cagianelli-cecchi.jpgQuesto volume, il secondo secondo della collana “Rarità del Novecento Livornese”, ideata e diretta da Francesca Cagianelli, è dedicato a Lorenzo Cecchi, significativa tempra di pittore, scultore, architetto, scrittore, insegnante, il cui insegnamento presso la Scuola di Arti e Mestieri di Livorno vide gli esordi di tutta una generazione di artisti quali Renato Natali, Benvenuto Benvenuti, Gino Romiti, Corrado Michelozzi, Umberto Fioravanti, Cafiero Filippelli, e Carlo Servolini.
Gli acquarelli dedicati da Cecchi alla Sardegna, il Lazio, l’Umbria, e in particolare le visioni di Pompei, i templi della Magna Grecia e della Sicilia, i monumenti di Firenze, gli angoli della Vecchia Livorno, i vicoli di Assisi le spiagge di Salerno, ma soprattutto le magnificenze della Roma Imperiale, restituiscono con efficacia pittorica un inedito percorso d’artista nelle località più celebrate d’Italia.

Archivi e Eventi, collana “Rarità del Novecento Livornese”

A cura di Di Francesca Cagianelli.
Introduzione di Franco Sborgi
Apparati bibliografici a cura di Michele Pierleoni

Benvenuti&Cavaciocchi, Livorno, 2006

Note biografiche:

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I – Renato Vigo. La stagione del surrealismo in Toscana

ottobre 30, 2005

cagianelli-vigo.jpgArtista finora cancellato dalla bibliografia storico-critica relativa alle avanguardie del Novecento, rimosso dall’ufficialità dei percorsi espositivi in ambito toscano, celato addirittura al grosso pubblico e ignorato dagli addetti ai lavori a Livorno, eppure protagonista di una stagione artistica di straordinaria importanza, quella cioè legata alla diffusione dell’avanguardia surrealista in Toscana, Renato Vigo nasce a Quercianella nel 1895.
Esordisce nel 1927 alla Mostra Artisti Livornesi di Bottega d’Arte con l’Autoritratto in bronzo, ma, d’ora in avanti, l’artista vivrà un ritiro volontario a Quercianella, disertando la gran parte dei circuiti espositivi ufficiali dell’epoca, tranne che in occasione della IV Mostra Nazionale di Pittura di Bottega d’Arte Livorno e della prima Mostra Nazionale di Pittura e Scultura “Lorenzo Viani”nel 1952.
Nel 1971 Vigo risponderà all’invito di Gerd Köhrmann della Baukunst Galerie di Colonia per la mostra dal titolo Der Geist des Surrealismus (L’Esprit du Surréalisme), suddivisa in due sezioni: Au coeur du Surréalisme, comprendente artisti quali Jean Arp, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Arshile Gorky, René Magritte, Joan Mirò, Man Ray, e Autour du Surréalisme, comprendente oltre allo stesso Vigo, artisti quali Gianni Dova, Joan Mirò, Francis Picabia, Jean Tinguely.
Ed è proprio José Pierre, l’ideatore e il curatore della mostra, che nel saggio introduttivo alle varie tendenze, sancisce la consanguineità di Vigo con i principali artisti classificati sotto la definizione di “La fréquentation des fantômes”, da Man Ray a Picabia, da Toyen a Edgar Jené, da Heinz Trökes ad Alfredo Castañeda.
Allo stato attuale della bibliografia critica relativa alla stagione surrealista in Toscana, Vigo riveste, a tutti gli effetti, un ruolo assolutamente esclusivo per la capacità di rivisitare le avanguardie storiche alla luce di un immaginario macabro ed erotico che mai rifugge il verdetto implacabile dell’ironia e del grottesco.

A cura di Francesca Cagianelli
Archivi e Eventi, collana “Rarità del Novecento Livornese”

Edizioni ETS-Pisa, 2005