LIVORNO. Immagini allucinatorie, iconografie simboliche, pittura materica. Sono queste alcune delle cifre distintive dell’opera artistica di Gabriele Gabrielli (1895-1919), inquietante e intenso protagonista di una breve stagione neosimbolista livornese. A lui, in questi giorni, è dedicata «Gabriele Gabrielli. Un allievo spirituale di Vittore Grubicy al Caffè Bardi», la mostra aperta fino all’8 giugno nella Sala del Mare del Museo Naturale del Mediterraneo (via Roma 234).
Un’esposizione di 27 opere che se da un lato si allinea alla volontà della Fondazione Cassa di Risparmi di divulgare l’opera del pittore, critico e mercante d’arte milanese Vittore Grubicy de Dragon, dall’altro punta i riflettori sugli artisti che presero parte alla stagione d’avanguardia livornese del Caffè Bardi. Con il merito di riportare all’attenzione anche una personalità d’eccezione come quella di Charles Doudelet, maestro simbolista belga che veicolò a Livorno l’avanguardia dei «Rose + Croix» suggestionando oltre a Gabrielli pure Benvenuti, Romi e Nerli. Suicida a 24 anni, Gabrielli fu artista particolarmente apprezzato da Grubicy che ne collezionò un buon numero d’opere. In esposizione al Museo Naturale si trovano una serie iniziale di dipinti in cui emerge il motivo iconografico della morte, delineata attraverso una trama disegnativa sintetica e dal sapore primitivista.
Si prosegue con una sezione dedicata alla rappresentazione di gufi dallo stampo simbolista e con un’altra, tutta giocata sul dialogo tra luci ed ombre, riguardante i paesaggi notturni. Per concludere con una suggestiva serie di dipinti ispirati ai «Fiori del Male», resi in pittura attraverso una stratificazione della materia che assume qui un sapore quasi espressionista.
La monografia su Gabrielli realizzata per l’occasione è edita da Bandecchi e Vivaldi ed è a cura di Francesca Cagianelli in collaborazione con Giuseppe Argentieri. Oltre all’introduzione di Franco Sborgi che serra le fila di un’indagine sul simbolismno europeo attorno all’intrigante ed inedita figura di Gabrielli, la monografia presenta gli apparati critici curati da Cagianelli e Francesca Luseroni, proponendo un’antologia ragionata della corrispondenza epistolare tra i protagonisti del Caffè Bardi, propio nel momento del’exploit di Gabrielli.
Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno in collaborazione con l’Associazione Archivi ed Eventi e patrocinata dalla Provincia di Livorno, la mostra, (per la cui realizzazione si ringrazia anche Ippolito e Marcella Musetti) può essere visitata martedì a sabato dalle 9-13. Martedì, giovedì e sabato dalle 15 alle 19 e domenica dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì.
Alice Barontini. Tirreno del 26 maggio 2008.