Art Déco. Arte in Italia 1919 – 1939

novembre 1, 2008

Guido Cadorin, Le tabacchine,1920

Dal 1 febbraio al 28 giugno 2009 a Rovigo, presso la Pinacoteca di Palazzo Roverella, la nuova mostra promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Accademia dei Concordi.

Curatori Dario Matteoni e Francesca Cagianelli.

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Comunicato Stampa

Arte in Italia tra le due guerre.
Il Déco nuovo protagonista a Palazzo Roverella, in una grande mostra promossa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con Accademia dei Concordi e Comune

Dal primo febbraio 2009, Palazzo Roverella riproporrà il suo annuale appuntamento con le grandi esposizioni d’arte. Il filone sarà, ancora una volta, quello dell’arte in Italia tra fine Ottocento e primi decenni del Novecento.

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La riscoperta di Mario Pieri Nerli

ottobre 11, 2008

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In occasione del centenario del Caffè Bardi “Archivi e Eventi”, in collaborazione con i Musei Civici della Spezia e con il Patrocinio della Provincia di Livorno, riscopre Mario Pieri Nerli.

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Plinio Nomellini

giugno 12, 2008

Con “Il Tirreno” (a soli 9 euro in più) tornano i volumi dedicati ai pittori
Nomellini da scoprire
Oggi in edicola la monografia

LIVORNO. Esce oggi in edicola con Il Tirreno (a soli 9 euro in più) la prima monografia della nuova serie dedicata ai pittori livornesi tra Ottocento e Novecento. Questa seconda serie della collana si intitola “I maestri della luce in Toscana” ed è diretta dai due storici dell’arte, Dario Matteoni e Francesca Cagianelli. Il primo volume è dedicato a Plinio Nomellini e si intitola “Il colore, la natura, il mito”, a curarlo è la nipote Eleonora Barbara Nomellini.
Del pittore, nato a Livorno nel 1866 e morto a Firenze nel 1943 viene raccontata la biografia con molta accuratezza, presentando la fitta rete delle sue amicizie, mentre una ricca serie di immagini presenta il percorso dell’intera opera. «Nomellini – dice Sira Borgiotti nella prefazione – con le sue vibranti pennellate ci immerge in un mondo reale e mitico insieme».

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Articolo dal Tirreno del 10 giugno 2008

giugno 10, 2008

Quei livornesi dipingevano il ’900
Da giovedì con Il Tirreno la seconda serie di volumi sui “Maestri della luce”

La prima monografia è dedicata a Plinio Nomellini. Seguiranno Filippelli, Ghiglia e Fattori
MARIA TERESA GIANNONI

LIVORNO. Migliaia di copie vendute, un grande interesse da parte dei livornesi ma non solo. La comodità di trovare i libri in edicola insieme al “Tirreno” a un costo molto conveniente (9 euro). Insomma è stata un successo la prima serie di monografie dedicata ai “Maestri della luce” diretta da due storici dell’arte come Dario Matteoni e Francesca Cagianelli. Protagonisti quei pittori livornesi che hanno operato tra ’800 e ’900. E ora, da giovedì, torna in edicola la seconda serie.
Dopo Renato Natali, Ulvi Liegi, Giovanni Bartolena e Gino Romiti, ecco ora Plinio Nomellini, Cafiero Filippelli, Oscar Ghiglia e – conclusione inevitabile per questa seconda tranche – Fattori di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Livorno, che al grande pittore ha dedicato un museo a Villa Mimbelli, attualmente è al centro delle celebrazioni con la grande mostra “Giovanni Fattori tra epopea e vero”.

Una collana che diventa sempre più importante per il numero di artisti che va a toccare e per il metodo scientifico con cui viene affrontata la produzione di ognuno di loro. «Con questa seconda serie – dice uno dei direttori della collana Dario Matteoni – si ha sempre più l’idea di una biblioteca d’arte del ’900 toscano. L’unica del genere che esiste in Italia. I quotidiani offrono spesso ai loro lettori collane d’arte, ma sono sempre grandi autori, grandi periodi che vengono affrontati. Non c’è mai un’attenzione così diretta verso gli artisti di un territorio in particolare».

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Le ombre d’avanguardia di Gabriele Gabrielli

Maggio 29, 2008

LIVORNO. Immagini allucinatorie, iconografie simboliche, pittura materica. Sono queste alcune delle cifre distintive dell’opera artistica di Gabriele Gabrielli (1895-1919), inquietante e intenso protagonista di una breve stagione neosimbolista livornese. A lui, in questi giorni, è dedicata «Gabriele Gabrielli. Un allievo spirituale di Vittore Grubicy al Caffè Bardi», la mostra aperta fino all’8 giugno nella Sala del Mare del Museo Naturale del Mediterraneo (via Roma 234).

Un’esposizione di 27 opere che se da un lato si allinea alla volontà della Fondazione Cassa di Risparmi di divulgare l’opera del pittore, critico e mercante d’arte milanese Vittore Grubicy de Dragon, dall’altro punta i riflettori sugli artisti che presero parte alla stagione d’avanguardia livornese del Caffè Bardi. Con il merito di riportare all’attenzione anche una personalità d’eccezione come quella di Charles Doudelet, maestro simbolista belga che veicolò a Livorno l’avanguardia dei «Rose + Croix» suggestionando oltre a Gabrielli pure Benvenuti, Romi e Nerli. Suicida a 24 anni, Gabrielli fu artista particolarmente apprezzato da Grubicy che ne collezionò un buon numero d’opere. In esposizione al Museo Naturale si trovano una serie iniziale di dipinti in cui emerge il motivo iconografico della morte, delineata attraverso una trama disegnativa sintetica e dal sapore primitivista.

Si prosegue con una sezione dedicata alla rappresentazione di gufi dallo stampo simbolista e con un’altra, tutta giocata sul dialogo tra luci ed ombre, riguardante i paesaggi notturni. Per concludere con una suggestiva serie di dipinti ispirati ai «Fiori del Male», resi in pittura attraverso una stratificazione della materia che assume qui un sapore quasi espressionista.

La monografia su Gabrielli realizzata per l’occasione è edita da Bandecchi e Vivaldi ed è a cura di Francesca Cagianelli in collaborazione con Giuseppe Argentieri. Oltre all’introduzione di Franco Sborgi che serra le fila di un’indagine sul simbolismno europeo attorno all’intrigante ed inedita figura di Gabrielli, la monografia presenta gli apparati critici curati da Cagianelli e Francesca Luseroni, proponendo un’antologia ragionata della corrispondenza epistolare tra i protagonisti del Caffè Bardi, propio nel momento del’exploit di Gabrielli.

Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno in collaborazione con l’Associazione Archivi ed Eventi e patrocinata dalla Provincia di Livorno, la mostra, (per la cui realizzazione si ringrazia anche Ippolito e Marcella Musetti) può essere visitata martedì a sabato dalle 9-13. Martedì, giovedì e sabato dalle 15 alle 19 e domenica dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì.

Alice Barontini. Tirreno del 26 maggio 2008.


Mostra di G. Gabrielli. Articolo de “La Nazione” del 13 maggio 2008

Maggio 16, 2008

di MARIO MICHELUCCI

NEL DICEMBRE del 1919 moriva suicida, a soli ventiquattro anni, Gabriello Gabrielli (nella foto) uno degli artisti più problematici della Livorno di inizio novecento. Per comprendere a fondo le ragioni della sua pittura, fino ad oggi pochissimo studiata e talvolta addirittura fraintesa, la fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, in collaborazione con l’associazione Archivi e Eventi ed il patrocinio della Provincia, ha promosso una mostra che rimarrà aperta fino al prossimo 8 giugno al museo di Storia Naturale in via Roma.

COME HA SPIEGATO il presidente della fondazione, Luciano Barsotti, l’iniziativa si colloca in un più vasto progetto di divulgazione dell’opera di Vittore Grubicy De Dragon e di quegli artisti che gravitarono intorno alla sua carismatica figura di artista, critico e mecenate. Uno di questi fu il Gabrielli, particolarmente apprezzato e incoraggiato da Grubicy che ne comprese subito il precoce talento e acquistò alcune opere del giovane livornese per la propria collezione.

LA MOSTRA, curata da Francesca Cagianelli in collaborazione con Giuseppe Argentieri, presenta 26 dipinti appartenenti alla serie dei “Fiori del Male”, ispirata all’opera poetica di Baudelaire, e alla serie tenebrosa (nella foto un paesaggio notturno) di impronta simbolista. Gabrielli, pittore autodidatta, culturalmente aperto agli esiti delle avanguardie europee dell’epoca, fu influenzato dal misticismo dell’amico Benvenuto Benvenuti ma ancor più dal movimento di stampo esoterico dei Rosa Croce, veicolato a Livorno dalla presenza dell’artista franco belga Charles Doudelet. Le sue macabre allegorie della morte risentono d’altra parte del diffuso sentimento di caducità che caratterizzava i tremendi anni di guerra in cui si svolse la sua breve avventura artistica durata appena cinque anni.

L’ESPOSIZIONE è corredata da un catalogo con testi critici e apparati di Franco Sborgi, degli stessi curatori e di Francesca Luseroni. L’orario di apertura è quello del museo di Storia Naturale: giorni feriali 9/13, martedì, giovedì e sabato anche 15/19,30, domenica 15/19,30, lunedì chiuso.