Di DARIO MATTEONI

Statua del Pescatore, a Ardenza-Livorno
Livorno. Un nuovo tassello si aggiunge alla storia delle tre statue destinate ad “abbellire” altrettante piazze della città di Livorno e che a varie riprese in questi mesi ha sollecitato la curiosità, ma più spesso l’indignazione, dell’opinione pubblica livornese. Ci riferiamo, come è ovvio, alla lettera della signora Cordelia von den Steinen, pubblicata sulle pagine del “Tirreno” di Livorno con il dovuto risalto: una lettera che racconta con inedite notizie la vicenda di una committenza mancata tra il Comune di Livorno e Pietro Cascella, lo scultore recentemente scomparso.
Si sarebbe quasi tentati di annoverare, con il gusto dell’investigatore, questa vicenda tra i tanti piccoli e grandi misteri (ma non sarebbe fuor di luogo anche il termine “scandali”), che da sempre accompagnano la storia dell’arte e che a Livorno, come tutti sappiamo, ha un precedente tristemente noto. E di mistero possiamo certo parlare se rileggiamo le dichiarazioni che pubblicamente sono state rilasciate sulla stampa cittadina per annunciare e poi immediatamente ritrattare, davvero nello spazio di un soffio, l’imminente collocazione in tre luoghi della città di altrettante opere scultoree di maestri contemporanei: quanta scarsa determinazione talvolta si cela tra le pieghe di un fraseggio poco autorevole!